Sabato 14 maggio 2022 è una di quelle date che ricorderò per molto tempo. In questa giornata si è svolto il Grand Final dell’Eurovision Song Contest a Torino e io c’ero! I Big 5 si sono esibiti insieme ai 20 artisti che si sono qualificati rispettivamente dopo le due semifinali di martedì 10 e giovedì 12 maggio.
Ecco gli artisti in ordine di apparizione:
- Repubblica Ceca -> We Are Domi – Lights Off”
- Romania -> WRS – Llámame
- Portogallo -> MARO – Saudade, Saudade
- Finlandia -> The Rasmus – Jezebel
- Svizzera -> Marius Bear – Boys Do Cry
- Francia -> Alvan & Ahez – Fulenn
- Norvegia -> Subwoolfer – Give That Wolf A Banana
- Armenia -> Rosa Linn – Snap
- Italia -> Mahmood & Blanco – Brividi
- Spagna -> Chanel – SloMo
- Paesi Bassi -> S10 – De Diepte
- Ucraina -> Kalush Orchestra – Stefania
- Germania -> Malik Harris – Rockstars
- Lituania -> Monika Liu – Sentimentai
- Azerbaijan -> Nadir Rustamli – Fade To Black
- Belgio -> Jérémie Makiese – Miss You
- Grecia -> Amanda Georgiadi Tenfjord – Die Together
- Islanda -> Systur – Með Hækkandi Sól
- Moldavia -> Zdob şi Zdub & Advahov Brothers – Trenulețul
- Svezia -> Cornelia Jakobs – Hold Me Closer
- Australia -> Sheldon Riley – Not The Same
- Regno Unito -> Sam Ryder – Space Man
- Polonia -> Ochman – River
- Serbia -> Konstrakta – In Corpore Sano
- Estonia -> Stefan – Hope
Dal centro di Torino, io e la mia amica Ilaria prendiamo il bus 10 e arriviamo al Pala Olimpico/Pala Alpitour. Superati i vari controlli (biglietti e Metal Dector) entriamo nel palazzetto. Ci troviamo in posizione laterale, alla stessa altezza degli artisti, tant’è che se ci fosse una passerella, potremmo raggiungerli con quattro passi. Subito pensiamo che sarebbe stato meglio avere dei posti frontali. Ben presto, però, ci rendiamo conto che ciò avrebbe significato essere molto lontani e vedere gli artisti microscopici.
Indice dell'articolo: con un clic vai al paragrafo di tuo interesse
- 1 Il palco dell’Eurovision Torino 2022
- 2 Il medley multilingua di Laura Pausini all’Eurovision Torino 2022
- 3 Eurovision Torino 2022: che la gara abbia inizio!
- 4 Lo spettacolo dell’Eurovision Torino 2022 continua
- 5 Performance iconiche tra maschere, coreografie e scenografie spettacolari
- 6 Arrivano i nostri: Mahmood e Blanco da Brividi
- 7 I papabili vicintori dell’Eurovision Torino 2022
- 8 Dalla commozione alla risata
- 9 Le influenze anglosassoni all’Eurovision Torino 2022
- 10 L’Europa Orientale: acuti, stranezze e cowboy
- 11 I grandi ospiti e il medley di Mika: il Grand Final dell’Eurovision Torino 2022
- 12 Conclusioni sull’Eurovision Torino 2022
Il palco dell’Eurovision Torino 2022
La struttura del palco è opera della designer Francesca Montinaro e ricorda un sole, circondato da cascate d’acqua e da fuochi, azionati all’occorrenza. Ai piedi del palco, si sviluppa la Green Room, che evoca un giardino all’italiana, dove le delegazioni si accomodano una volta che i performer si sono esibiti. Nonostante il sole fosse stato concepito per ruotare e rendere le esibizioni ancora più spettacolari e dinamiche, a causa di problemi tecnici, ciò non è stato possibile.
Il medley multilingua di Laura Pausini all’Eurovision Torino 2022
Le tre ore di Eurovision sono passate così veloci da voler ritornare subito indietro nel tempo e rivivere quell’intenso mix di emozioni. Lo show ha avuto un inizio memorabile con effetto a sorpresa, a partire dal medley di Laura Pausini. Senza alcun annuncio di rito, dopo la sigla del collettivo musicale Rockin’ 1000, la presentatrice, tornata nelle vesti di cantante, fa capolino tra una schiera di ballerini e una scenografia in pieno stile Eurovision.
Canta in diverse lingue:
- Benvenuto
- Io canto
- La solitudine
- Le cose che vivi
- Scatola, l’ultimo singolo
Per ogni canzone Laura effettua un cambio d’abito. Il pubblico del Pala Olimpico va in visibilio. La bravura di Laura e la sua carica non lasciano indifferentə nessunə, anche chi, come la sottoscritta, non ha una grande affinità con il suo repertorio.
Eurovision Torino 2022: che la gara abbia inizio!
Dopo la performance della Laura nazionale, ogni delegazione sfila in ordine di esibizione e la gara entra nel vivo. I primi a salire sul palco sono i We Are Domi, un trio proveniente dalla Repubblica Ceca che si è conosciuto al conservatorio nel 2016 e da allora non si è più sciolto, nonostante la collaborazione dovesse essere per una canzone sola. La loro Lights Off è una piacevole hit da discoteca, con la quale il pubblico inizia a ballare. E si continua anche sulle note di: Llámame, brano spagnoleggiante del cantante romeno WRS. L’artistica, che ha iniziato la sua carriera come ballerino, è stato molto influenzato fin da bambino dai ritmi sudamericani.
Il sound latino rallenta, diventa soft, avvolgente, intimo, quasi sussurrato con: Saudade saudade, canzone in portoghese e inglese di Maro, cantante del Portogallo. Il suo brano si avvicina al fado, genere di musica popolare triste portoghese, in linea con il titolo del brano. Saudade, infatti, è quello stato d’animo tipico del popolo portoghese e brasiliano. Si tratta di una dolce malinconia, accompagnata da un velo di tristezza e nostalgia che, nel caso di Maro, nasce dal ricordo del nonno scomparso.
Giusto il tempo di tirare il fiato e di spegnere la torcia del cellulare che il palco si riempie di palle giganti di color nero. A tal proposito, già dalle prime performance ci rendiamo conto del gigantesco lavoro di allestimento delle scenografie che si svolge grazie a una nutrita squadra di tecnici. Questi montano, smontano e rimontano in pochi minuti durante la messa in onda delle clip di presentazione dei cantanti, ognuna delle quali rappresenta un meraviglioso luogo del Bel Paese: una gran bella pubblicità per il territorio.
Lo spettacolo dell’Eurovision Torino 2022 continua
La scenografia è pronta ed entra in scena il gruppo The Rasmus con la loro: Jezebel. Il look dei componenti della storica band finlandese ricorda un po’ la versione rock dell’Ape Maia. Righe gialle e nere a parte, la canzone spacca e ti entra subito in testa. Ho letto commenti pochi lusinghieri sul loro conto, ma io non posso che amarli. Infatti, mi riportano indietro nel tempo, quando ero un’adolescente e ascoltavoF-F-F-Falling e più tardi In the shadows. Tornando a Jezebel, il brano è un inno alle donne forti e indipendenti, capaci di lasciare il segno, proprio come la nuova arrivata del gruppo: un’ottima chitarrista super tatuata, grintosa e a dir poco scatenata.
Dopo un flash back nella mia vita da teenager, sale sul palco lo svizzero Marius Bear con Boys Do Cry, una ballata elegante e tenera, incentrata sulla sensibilità maschile. Il cantante dalla voce calda e morbida, ex meccanico di macchinari edili, era solito esibirsi in strada. Così non ha perso occasione di farlo anche a Torino durante i giorni della sua permanenza in città.
Dopo tanta dolcezza, il palco si infiamma letteralmente per i francesi Alvan & Ahez che cantano Fulenn. Il brano è in bretone e il titolo significa: fanciulla. Racconta infatti la leggenda dell’emancipazione di una ragazza che balla di notte, al chiaro di luna. Seppur lodevole come scelta quella di portare all’Eurovision Song Contest un brano in una lingua in via d’estinzione, per sensibilizzare il pubblico, la loro canzone non mi ha più di tanto entusiasmata. A giudicare dalle votazioni non sono stata l’unica a rimanere tiepida di fronte alla loro esibizione, per quanto ben studiata.
Performance iconiche tra maschere, coreografie e scenografie spettacolari
Coloro, invece, che non mi hanno lasciata per nulla indifferente sono i lupi lunari norvegesi con la loro: Give that woolf a banana. I Subwoolfer sono andati alla grande e già dalla prima apparizione hanno conquistato tuttə. Infatti, in giro per Torino e al Pala Olimpico sono spuntati come funghi tanti cappellini gialli con orecchie da lupo per omaggiare il gruppo. La canzone molto orecchiabile con tanto di balletto è diventata un irresistibile tormentone.
Altra esibizione che ho apprezzato molto è quella della cantante armena Rosa Linn. La sua Snap è una ballata pop, leggera e profonda alla stesso tempo, accompagnata da quella che, a mio avviso, è stata la miglior scenografia in assoluto. Muovendosi all’interno di una camera da letto bianca, stesso colore del suo outfit a mo’ di pigiama, scopre un po’ per volta delle parole chiave presenti nella sua canzone, come se fossero delle scritte nascoste da tanti fogli che ricoprono le pareti. Solo nel finale si rivela ai presenti in sala, bucando la parete ed uscendo tra la sorpresa e le urla del pubblico in delirio. Senza strafare, come la sua voce che restituisce un’immagine di semplicità ma di potente efficacia. E pensare che questa ragazza ha poco più di vent’anni e oltre ad essere cantante, è anche produttrice, la prima del suo Paese.
Arrivano i nostri: Mahmood e Blanco da Brividi
Finalmente arriva il momento più atteso di tutti: l’esibizione di Mahmood e Blanco. Accolti da una vera e propria ovazione, Mahmood vestito di nero guadagna il centro del palco e intona a cappella le prime strofe di Brividi. Insieme a lui, tutto il Pala Olimpico, in una sola, unica, grande voce: che emozione indescrivibile!
Lo raggiunge, con un’andatura un po’ da gorilla, Blanco in total white luccicante, che ben presto salta sul pianoforte sempre bianco, per poi scendere con un balzo e trovarsi faccia a faccia con Mahmood. Seppur l’esibizione non sia impeccabile (erano stati perfetti durante le prove), l’atmosfera è magica, da pelle d’oca, complice anche le luci soffuse e la scenografia minimal, molto lontana dagli standard dell’Eurovision.
I papabili vicintori dell’Eurovision Torino 2022
Dopo l’Italia c’è un’agguerritissima Spagna con la cantante, ballerina e attrice di musical Chanel, originaria di Cuba. Con la canzone reggaeton SlowMo, i suoi connazionali, che sono accorsi in massa per sostenerla, esplodono. Prima di entrare nel palazzetto, in coda per i controlli, cantano già il brano a squarciagola, avvolti dalla bandiera del loro Paese. E quando vedono la loro beniamina salire sul palco, con body sgambato e giacchetta sberluccicosa, che ricorda i torero, l’atmosfera diventa bollente. Chanel e il suo corpo di ballo stregano il Pala Olimpico con un ritmo incalzante, movimenti sensuali e luci psichedeliche. In una parola: caliente!
Dopo la performance rovente di Chanel, abbandoniamo il mood da spiaggia e da discoteca per prepararci a un brano molto più sobrio, intimo, presentato senza alcun supporto scenografico né coreografico. Il suo titolo è De Diepte, cantato in olandese da S10, proveniente dai Paesi Bassi.
Questa canzone, che ho apprezzato molto, ci prepara idealmente ad ascoltare il brano successivo, diventato l’inno di un’intera Nazione in guerra. Si tratta di Stefania della Kalush Orchestra dall’Ucraina. Il brano è una dedica alla mamma del rapper del gruppo e mescola sapientemente rap e musica folk. La tradizione e il folclore ucraino non ispirano solo la musica, ma anche l’abbigliamento dei componenti del gruppo. Infatti, indossano costumi appartenenti ai maghi e agli sciamani del loro Paese, su cui sono sempre presenti due colori: il rosso e il nero. Il primo è simbolo di amore, ma anche di sangue e sofferenza. Il secondo rappresenta invece la fertilità della terra e l’oscurità.
Per il forte parallelismo tra le vicissitudini di una madre e i tragici avvenimenti dell’Ucraina, Stefania ha fin da subito riscosso un grande consenso tra il pubblico e le delegazioni, che hanno mostrato enorme solidarietà per la Kalush Orchestra e per il suo popolo. Anch’io sono rimasta molto colpita da questa canzone, sia per il suo messaggio che per la musica, tant’è che l’assolo di flauto continua a risuonarmi nella testa.
Dalla commozione alla risata
Un’altra performance memorabile e quasi angelica è quella di Amanda Georgiadi Tenfjord. Oltre ad essere una cantante, l’artista greca è anche una studentessa di medicina, prossima alla laurea. La sua Die together è una canzone che racconta la fine di un grande amore ed è davvero struggente.
Dopo esserci commossə, ci pensano i moldavi Zdob și Zdub & Advahov Brothers a farci sorridere e ballare. La loro Trenuleţul è dedicata alla linea ferroviaria che collega la Moldavia alla Romania. Come il treno lega le due Nazioni, il brano rock e folk balcanico unisce gli spettatori in un frenetico ballo di gruppo. Un’esibizione divertente ed esilarante!
Le influenze anglosassoni all’Eurovision Torino 2022
C’è poi una tripletta di cantanti con un’inconfondibile impronta anglosassone. Dal piacevole pop britannico in stile Dido della svedese Cornelia Jakobs con Hold me closer all’inglese Sam Ryder con Space Man, passando per la struggente Not the same dell’australiano Sheldon Riley.
In particolare, Sheldon Riley canta con un vestito di piume e una maschera sul volto a rappresentare buona parte della propria vita, a partire dall’età di 9 anni (quando ha scritto questa canzone), trascorsa a nascondersi dalla società, che non accettava la sua omosessualità. Una vita in salita, evocata anche dalla scalinata percorsa dal cantante al clou dell’esibizione. Un pezzo molto toccante, interpretato con enorme trasporto. Infatti, si vede e si sente che si tratta di una storia di vita vissuta: la sua.
Dopo il pathos del cantante australiano, ci catapultiamo nello spazio con Sam Ryder, Tik Toker diventato famoso grazie alle cover caricate sul social cinese durante la pandemia. Il suo pezzo fa volare il pubblico, insieme agli incredibili acuti che il cantante raggiunge con facilità come un astronauta fluttuante.
L’Europa Orientale: acuti, stranezze e cowboy
Oltre a Sam Ryder, un altro cantante che non risparmia acuti stratosferici è l’elegantissimo Ochman con la sua River. Il polacco ha infatti un’estensione inarrivabile, eredità di un passato da cantante lirico. Se nel suo pezzo Ochman si immerge nelle acque di un fiume per rinascere, rinnovarsi, liberandosi dai suoi fantasmi più oscuri, nell’acqua, la performer serba ci immerge le mani per poi asciugarle, agitarle a mo’ di saluto elisabettiano e batterle assieme.
In corpore sano, la canzone di Konstrakta, che ricorda un po’ Katy Perry e un po’ Emily The Strange in abito da infermiera, è una frecciata contro la sanità privata del suo Paese natale, ma non solo. Il brano lancia anche un monito sull’importanza della salute mentale, spesso trascurata, per concentrarsi solo su quella fisica. Al di là della forza del messaggio, il brano ha un ritornello martellante, ed è pure accompagnato da un balletto facile che l’effetto tormentone è assicurato.
L’ultimo ad esibirsi è l’estone Stefan, che nel 2020 si è aggiudicato il titolo di uomo più sexy del mondo. A tal proposito, nulla da obiettare e anche la sua Hope, un po’ folk e un po’ western, non è niente male.
I grandi ospiti e il medley di Mika: il Grand Final dell’Eurovision Torino 2022
Concluse le esibizioni dei cantanti in gara, lo spettacolo non è finito, infatti si esibiscono i Måneskin che però disertano le prove per un incidente alla caviglia di Damiano. La delusione del pubblico è enorme, nonostante il gruppo si presenti poi la sera per cantare in anteprima mondiale Supermodel e una cover di un brano di Elvis in occasione dell’uscita del film dedicato al celebre cantante. Non delude, invece, Gigliola Cinquetti che ripropone il brano della sua vittoria all’Eurovision Song Contest nel 1964: Non ho l’età.
Lo spettacolo termina in grande stile con un medley superlativo di Mika, all’insegna di un allegro e poetico Peace and Love, con tanto di pallone gigante a forma di cuore che si gonfia verso il finale della performance.
I brani cantanti da Mika sono:
- Love Today
- Grace Kelly
- Yo Yo, il nuovo brano
- Happy Ending
Conclusioni sull’Eurovision Torino 2022
Al di là della classifica che ha visto Mahmood e Blanco al sesto posto, lontani dal podio, con al primo posto Stefania della Kalush Orchestra e, al secondo posto Space Man di Sam Ryder, al terzo posto Chanel e la sua SlowMo, sono felice di aver assistito a questo show faraonico dal vivo.
È stato il mio primo Eurovision Song Contest ed è stato il mio primo grande evento in presenza dopo la situazione di emergenza sanitaria. Perciò, sono grata di poter dire: Io c’ero e un ringraziamento particolare va a Ilaria per essere riuscita a prendere i biglietti anche per me, quando io ormai avevo perso le speranze.
In merito ai piazzamenti, innegabile è la delusione per un mancato posto dell’Italia tra i primi tre classificati. Tuttavia, sono contenta per la Kalush Orchestra e per l’Ucraina, perché la storia ci insegna che la musica non è fatta solo di canzonette e il fatto che il pubblico si sia dimostrato così solidale, permettendo al gruppo ucraino di ottenere 631 punti, un punteggio da record, non può essere oggetto di discussioni, polemiche o strumentalizzazioni. Il pubblico non è forse sovrano? Una canzone non può cambiare il mondo. Lo sanno bene anche i componenti della Kalush Orchestra, tant’è che il loro leader, terminata la manifestazione, si è arruolato al fronte e ha venduto il premio all’asta per devolvere il ricavato all’esercito ucraino, la vittoria di Stefania non è lo specchio dello spirito dell’Eurovision? Una grande festa in musica, all’insegna della pace, fratellanza e unione tra i popoli.
Merci Cristina, je n’avais pas suivi l’eurovision et j’ai vu également ton article sur le concours Eurovision de la première édition à celle de Turin, j’ai appris plein de choses, très intéressant, c’est vraiment super, encore une fois bravo !!
Rina
Moi aussi, Rina, j’ai découvert beaucoup de choses pour écrire cet article, donc je me suis bien préparée à voir ce grand spectacle au Pala Olimpico à Turin et je me suis bien régalée!